Continuiamo, con questo post, a concentrare l’attenzione sui dati forniti dall’UNDP (United Nations Development Programme) nel Rapporto sullo sviluppo umano 2011, nell’intento di comprendere meglio la situazione dell’Italia rispetto ad alcuni importanti aspetti della vita sociale. Questa volta ci soffermiamo sul Gender Inequality Index (GII), un indice elaborato dall’UNDP per misurare le diseguaglianze di genere e applicato a 146 Paesi. L’indice tiene conto di tre diverse dimensioni: la salute riproduttiva, l’empowerment e il mercato del lavoro.
La classifica è guidata da alcuni tra i Paesi da più tempo impegnati sul tema delle pari opportunità, vale a dire la Svezia (1°), i Paesi Bassi (2°) e la Danimarca (3°). L’Italia si posiziona al 15° posto. Per capire meglio questo dato, può essere utile confrontarlo con la posizione raggiunta da altri Paesi europei paragonabili all’Italia per numerosità della popolazione. In questa arena di confronto, la Germania si trova nella posizione migliore, occupando il 7° posto. Precedono l’Italia, seppur di poco e con scarti minimi nei valori assoluti, anche Francia (10°) e Spagna (13°), mentre il Regno Unito presenta un livello di diseguaglianza di genere decisamente più elevato, posizionandosi al 34° posto e con un valore assoluto dell’indice quasi doppio rispetto a quello dell’Italia. Allargando poi il confronto ad alcuni Paesi extraeuropei ad alto livello di sviluppo, si può rilevare come Australia, Canada e Stati Uniti siano anch’essi indietro rispetto all’Italia, essendo rispettivamente al 18°, 20° e 47° posto.
Anche in questo caso, i dati dell’UNDP consentono di capire come quello della diseguaglianza tra uomini e donne in Italia sia sicuramente un serio problema. Però, a differenza dalle rappresentazioni correnti – spesso rafforzate da un uso distorto delle classifiche internazionali da parte dei media – l’analisi del Gender Gap Index mostra che la disuguaglianza di genere non è un problema “soprattutto italiano”. Forse è proprio questo carattere universale della discriminazione delle donne che dovrebbe essere compreso fino in fondo nelle sue cause e nei suoi effetti.
Fonte: http://hdr.undp.org